lunedì 2 dicembre 2013

 90 anni di Maria Callas



venerdì 29 novembre 2013



Allo Spazio Obendan della Provincia di Milano

Lunedi' 2 dicembre una serata per i 90 anni della Callas

 

Pezzo forte la proiezione del secondo atto della tosca del Covent Garden 1964

Il 2 dicembre prossimo andiamo incontro ad un anniversario molto importante: il 90° anniversario della nascita di Maria Callas e per l’occasione Provincia di Milano tramite l'Assessorato alla Cultura, in collaborazione con Warner Classics, organizza una serata in onore della grande diva.

La serata si tiene nella Sala Alda Merini dello Spazio Oberdan (Viale Vittorio Veneto, 2 - Milano) alle ore 21.00, e prevede la proiezione del video del 2° atto della “Tosca” di Puccini, interpretata dalla Callas al Royal Opera House Covent Garden nel 1964, intepretazione mitica della grande artista.

Le riprese sono tratte dal cofanetto Maria Callas at Covent Garden 1962 & 1964, pubblicato da Warner Classics (2 cd + dvd). Solo poche performance live di Maria Callas sono state filmate. Per questa ragione il materiale contenuto nel cofanetto è da considerarsi particolarmente prezioso.

La proiezione sarà introdotta dalla giornalista e scrittrice Carla Maria Casanova sul tema 'Maria Callas, Milano e la Scala': il 'fenomeno Callas' non influenzò solo il mondo della lirica, ma l’intera società e cultura del suo tempo. Il Direttore della rivista Musica Stephen Hastings interverrà su 'Maria Callas, Londra e la fortuna discografica': al Covent Garden (1952-1965) l’artista realizzò alcune registrazioni audio e video 'live' fra le più significative del suo lascito artistico.

La storia della realizzazione di questo prezioso documento è la seguente. Il 4 Novembre 1962, Maria Callas prese parte come ospite a sorpresa di una trasmissione televisiva live di un concerto di gala alla Royal Opera House, Covent Garden. La Callas era in condizioni vocali eccellenti, e le sue interpretazioni di ‘Tu che le vanità’, dall’ultimo atto del 'Don Carlo”' di Verdi, e della Habanera, dal primo atto della 'Carmen' di Bizet, lo dimostrano ampiamente.

In seguito, il ritorno della Callas sul palcoscenico, in una nuova produzione della 'Tosca' di Puccini al Covent Garden agli inizi del 1964, sancì il suo grande rientro sulle scene operistiche dopo un anno travagliato soprattutto a livello personale. Fu il suo ultimo grande trionfo.

Il regista di 'Tosca' era Franco Zeffirelli, con cui la Callas aveva già lavorato alla Scala, e ad interpretare il ruolo del perfido Barone Scarpia era un suo caro amico e collega, il baritono Tito Gobbi.

Dopo sei recite, venne organizzato un Gala televisivo alla Royal Opera House, Covent Garden per la serata del 9 febbraio 1964, in cui si sarebbe rappresentato l’intero secondo atto di 'Tosca”. Poiché la trasmissione era in diretta, non c’era possibilità di interruzioni e tagli, e ci si doveva arrangiare con telecamere ad inquadrature fisse. Nonostante queste limitazioni, il filmato che ritrae la Callas nel secondo atto di 'Tosca' è un documento di incredibile valore artistico, testimoniando l’eccezionale trionfo a scena aperta tributato alla grande Diva.

Una serata in onore di Maria Callas
in occasione del suo 90°anniversario della nascita

Sala Alda Merini dello Spazio Oberdan
Viale Vittorio Veneto, 2 - Milano
Lunedì 2 dicembre alle ore 21.00

Ingresso libero dalle 20.30 fino ad esaurimento posti.

Informazioni al pubblico:
Warner Classics, www.facebook.com/warnerclassicseratoitaly
Provincia di Milano/Spazio Oberdan,
027740.6302
www.provincia.milano.it/cultura













 
Maria Callas: Una serata in suo onore

Il 2 dicembre ricorre il 90° anniversario della nascita di Maria Callas e per l'occasione Provincia di Milano/Assessorato alla Cultura, in collaborazione con Warner Classics, organizza una serata in onore della grande diva.

La serata si tiene nella Sala Alda Merini dello Spazio Oberdan (Viale Vittorio Veneto, 2 - Milano) alle ore 21.00, e prevede la proiezione del video del 2° atto della "TOSCA" di Puccini, interpretata dalla Callas al Royal Opera House, Covent Garden nel 1964.

Ingresso libero dalle 20.30 fino ad esaurimento posti.

Le riprese sono tratte dal cofanetto "MARIA CALLAS AT COVENT GARDEN 1962 & 1964", pubblicato da Warner Classics (2 cd + dvd). Solo poche performance live di Maria Callas sono state filmate. Per questa ragione il materiale contenuto nel cofanetto è da considerarsi particolarmente prezioso.

La proiezione sarà introdotta dalla giornalista e scrittrice Carla Maria Casanova sul tema "Maria Callas, Milano e la Scala": il "fenomeno Callas" non influenzò solo il mondo della lirica, ma l'intera società e cultura del suo tempo. Il Direttore della rivista MUSICA Stephen Hastings interverrà su "Maria Callas, Londra e la fortuna discografica": al Covent Garden (1952-1965) l'artista realizzò alcune registrazioni audio e video "live" fra le più significative del suo lascito artistico.

"L'omaggio della Provincia di Milano a Maria Callas viaggia lungo un duplice binario. - sottolinea il Vicepresidente e Assessore alla Cultura della Provincia di Milano, Novo Umberto Maerna - Da un lato, infatti, tributiamo alla Callas quanto le spetta per la popolarità planetaria conquistata, che l'ha trasformata in una delle più grandi dive del secolo scorso. Dall'altro c'è il rigore e la ricerca di qualità garantita dagli organizzatori che abbiamo scelto come partner; non a caso verranno riproposti brani della Tosca diretta da Franco Zeffirelli, una versione del grande classico consegnata per sempre alla storia della lirica. Siamo certi - conclude Maerna - che Milano, la città della Scala, saprà rendere a Maria Callas l'omaggio che si deve a un'icona della cultura musicale e popolare, italiana ed internazionale".

Omaggio a Maria Callas


(22-11-2013) - Il 2 dicembre 2013 lo storico Hotel Quirinale di Roma dedica alla Divina una suite e una mostra, presenta la sua biografia e mette nel menu alcuni dei suoi piatti preferiti


È un’iniziativa poliedrica quella che l’Hotel Quirinale dedica alla memoria della Callas: verrà intitolata alla Divina la suite nella quale amava soggiornare; a fare da corollario a questo evento anche un festival culinario, la presentazione della biografia della cantante e una mostra di ritratti.
Sin dall’inaugurazione nel 1880 del Teatro Costanzi, che nel 1926 divenne il Teatro dell’Opera di Roma, l’adiacente Hotel Quirinale fu il prediletto degli artisti. Complice di questo rapporto privilegiato anche il passaggio segreto che collega i due edifici e che permise proprio a Maria Callas di rifugiarsi nella sua suite nell’hotel durante la celebre rappresentazione della Norma alla presenza del presidente Gronchi nel gennaio 1958. Quella fuga segnò il definitivo addio della Callas al tempio della lirica romana.
Già ospite dell’Hotel Quirinale nel 2005, il pittore Giovanni Truncellito torna ad esporre negli ambienti dello storico hotel i suoi ritratti della Divina. La mostra intende evocare questa protagonista del belcanto attraverso un’interpretazione onirica che trasporta le suggestioni della musica fin sulla tela. Colori e atmosfere passionali per una delle interpreti più drammatiche e carismatiche nella storia della musica lirica mondiale.
Lo stesso giorno si terrà la presentazione della biografia di Maria Callas scritta dalla giornalista Roberta Maresci ed edita da Gremese Editore in collaborazione con Canale Diva (Sky 129) della Studio Universal. Il 2 dicembre inizierà inoltre anche il festival culinario in cui alcuni piatti preferiti della cantante, tratti dal libro “La divina in cucina” scritta dal suo storiografo Bruno Tosi, figureranno per una settimana nel menù del Ristorante Rossini al Quirinale.

venerdì 15 novembre 2013


Fabio Gervasoni



Un doveroso omaggio a Fabio Gervasoni, scomparso prematuramente a 53 anni. Fabio è stato uno dei più sinceri amici della memoria storica ed artistica di Maria Callas.

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da: http://www.lecconotizie.com/mandellolago/addio-a-fabio-gervasoni-padre-dellarchivio-dedicato-a-maria-callas-145118


Addio a Fabio Gervasoni, “padre” dell’Archivio dedicato a Maria Callas

di Claudio Bottagisi

MANDELLO – Mandello piange Fabio Gervasoni, morto all’età di 53 anni. Il suo nome si lega a una serie di eventi artistici e culturali, alcuni dei quali particolarmente apprezzati, proposti in paese fin dai primi anni Novanta del secolo scorso. Era ad esempio il 1994 quando Gervasoni, che per lunghi anni si è dedicato con grande impegno e passione alla scenografia, organizzò una mostra di costumi da lui stesso realizzati.
Piacque molto, quell’insolita esposizione, che proponeva abiti anche di epoche lontane (tra gli altri un costume del 1700) e comunque tutti di pregiata fattura, assolutamente ben confezionati e tali da attrarre l’interesse dei visitatori.
Il nome di Gervasoni si lega però in particolare al primo archivio dedicato a Maria Callas, celebre soprano conosciuta con l’appellativo di “Divina”, nata a New York da genitori greci, dotata di una voce che coniugava un timbro unico a volume, estensione e agilità notevoli.
Era il 2010 quando dal Fondo di proprietà proprio di Gervasoni nacque l’idea di costituire un Archivio internazionale e multimediale. Ancora non esistevano, infatti, archivi dedicati appunto alla Callas ma soltanto piccoli club privati, che non offrivano peraltro la possibilità di consultare, visionare e studiare l’attività di quella grande artista né di poter confrontare articoli, recensioni, libri e fotografie.
mostra Maria CallasIl Fondo Gervasoni – unito ad altri che successivamente andarono ad aggiungersi grazie a donazioni spontanee di privati – comprendeva tutte le registrazioni audio ufficiali e live fino ad allora pubblicate, nonché nastri privati di concerti mai diffusi dalle case discografiche, prove di registrazione e interviste. Insomma un immenso materiale di notevole interesse e indiscusso valore storico.
Oltre alla fonoteca, l’archivio era costituito da più del 95% dei libri pubblicati sulla cantante, ai quali si aggiungevano giornali e riviste originali che riportavano le cronache degli spettacoli e della vita privata del soprano, una raccolta completa dei Dvd pubblicati, filmati amatoriali e cinegiornali d’epoca.
La parte per così dire più nostalgica riguardava i programmi di sala dei concerti, ma soprattutto delle serate alla Scala di Milano, con le opere che fecero della Callas un caso unico del Novecento. Vi erano altresì francobolli, monete e medaglie dedicate da vari enti alla memoria della cantante.
A sostegno dell’Archivio voluto dal mandellese Fabio Gervasoni molti collezionisti privati avevano tra l’altro manifestato la loro disponibilità a offrire donazioni personali di dischi, autografi e materiale d’ogni genere, buona parte del quale fu in seguito anche digitalizzato. Basti dire che l’archivio fotografico digitale contava quasi 30.000 immagini.
Maria CallasDall’interesse per tutto quel materiale era nata l’associazione “Maria Callas International Archive” , che si prefiggeva di continuare il lavoro di ricerca e acquisto di vari materiali e, in parallelo, di organizzare mostre, eventi e incontri con personaggi della lirica che avevano avuto la possibilità di lavorare accanto al grande soprano.
L’associazione aveva trovato sede a Mandello al civico 11 di via del Fosso, nella zona a lago del paese, ed era stata inaugurata il 26 febbraio 2011, presente tra gli altri l’attore Enrico Beruschi. Nei mesi successivi era anche stata organizzata una mostra fotografica dedicata a Maria Callas.
Dopo quella sera di fine febbraio coincisa con l’inaugurazione della sede, Gervasoni (che del “Maria Callas International Archive” era presidente) aveva scritto sul sito dell’associazione: “Gran bella serata, grande afflusso di persone, giornali, Tv. Insomma, mancava soltanto… la Callas”.
Poi Fabio aggiungeva: “Non saprei da dove iniziare per i ringraziamenti. In primis un affettuoso grazie a quella splendida signora che è Giovanna Lomazzi, poi a Gianni Tanzi nostro vice, che ha portato un abito da sera della Callas…. A Stefano Castellani, collezionista, che ci ha portato una casacca arabeggiante appartenuta alla cantante, autografi e documenti interessanti di Meneghini. A Lino Venturi che ha donato all’associazione alcuni Lp, un raro manifesto dell’esposizione a Villa Cicogna nel 1979 e la stampa-libro della sua collezione filatelica dedicata al soprano. A Enrico Beruschi anche per i suoi aneddoti lirici, a Cristina Tosi, la fotografa che ha immortalato la serata. E un grazie naturalmente all’amministrazione comunale di Mandello, all’assessore alla Cultura Maurizio Bertoli, ai giornalisti, alle Tv e ai visitatori, che sono stati veramente molti. A tutti, grazie di cuore”.
E ora sono l’arte e la cultura, ma in generale Mandello, a dover dire grazie a Fabio Gervasoni, che lascia sua mamma Edda, con la quale viveva, e la sorella Milena.

sabato 10 agosto 2013

Dalla rivista "Suono" n. 64 dell’ottobre 1977

La sera del 2 agosto 1947 una cantante sconosciuta calcava le scene dell'Arena di Verona nei panni di Gioconda. il nome della ventiquattrenne debuttante, Maria Callas, non diceva nulla al pubblico e furono pochi, in quell'occasione, ad accorgersi del nuovo astro apparso nel firmamento della lirica. Anche la critica si limitò ad assegnarle un buon successo, ma niente dl più. Oggi, a trent'anni di distanza, spentisi i riflettori sulla «Divina», dileguatesi le schiere dei feroci nemici ed assopitisi (ma non del tutto) i sacri furoci dei «fanatici», a pochi giorni dalla sua morte, possiamo trarre qualche conclusione sul fenomeno Callas, considerato nel suo complesso, perché è proprio del fenomeno il non lasciarsi frantumare, pena il decadimento d'ogni interesse. Si è fin troppo parlato delle due schiere opposte di cultori e denigratori della Callas, o di certi leoni della critica accortisi troppo tardi della sua grandezza. La verità è che non sarebbe potuto accadere diversamente. La Callas, proprio come «fenomeno del secolo», non sopportava accettazioni parziali o riconoscimenti tiepidi: la si doveva ammirare o respingere in blocco. E qui bisogna precisare che la Callas comparve sulle scene in un periodo particolarmente viziato della Lirica, dopo alcuni decenni di malcostume vocale e di totale assenza di autentico «belcanto» (storicamente inteso): la Callas si trovò sola a combattere contro direttori incapaci di differenziare stilisticamente Lucia e  Pagliacci, contro colleghi avvezzi a vociferare secondo il dettame verista, contro tradizioni sceniche che avevano ridotto il cantante d'opera ad un fantoccio stereotipato. Non c'e da stupirsi che lo spettatore ed il critico (da non confondere con lo storico) tardassero a riconoscere la grandezza unica della Callas, limitandosi magari a fare sciocchi confronti tra i suoni «brutti» della Maria e quelli «angelici» della Tebaldi, creando una rivalità adatta più al pettegolezzo giornalistico che alla serietà dell'esegesi vocale. Ed è logico che la critica non cogliesse, negli anni Cinquanta, il fenomeno. Siamo addirittura tentati di ritenere che i critici più avveduti facessero parte della cieca partigianeria callasiana, altrimenti non avrebbero osannato, insieme alla vocalità della «Divina», gli urli di un Di Stefano, certi suoni beceri di Gobbi o di Bechi, il vociferare di Del Monaco, le improprietà stilistiche dei direttori più in voga; come pure siamo portati a giustificare i tardivi riconoscimenti dei critici più seri, abituati a frantumare, ad analizzare nei particolari ogni esecuzione, perché la Callas, colta in una prospettiva convergente, non sempre supera l'esame al microscopio, non accetta facilmente d'essere frantumata, analizzata, sezionata. La sua grandezza è stata quella di accentrare in sé i pregi e i difetti delle precedenti ere vocali, assoggettando il proprio estesissimo organo ai ruoli più disparati, da quelli scritti per contralto acuto rossiniano alle parti per soprano coloratura, cancellando le classificazioni di soprano leggero, lirico e drammatico per creare la «cantante» in senso assoluto, l’«interprete» non meno attenta alla presenza scenica che al puro fatto vocale, sia che impersonasse un'eroina angelicata del primo Ottocento, sia che delineasse, con tratti sanguigni, un personaggio verista. E' stato abbastanza facile ai critici, in tempi recenti, capovolgere il binocolo per giudicare, con l'occhio dello storico, la portata del fenomeno callasiano. Ci si è allora accorti che senza la Maria non sarebbe probabilmente rifiorito, soprattutto in campo femminile, il «belcanto»; si è capito che la riesumazione di tanti capolavori - di cui la nostra epoca si vanta - ha trovato nella Callas la prima sostenitrice e divulgatrice. Opere come Medea, Vestale, Pirata, Armida, Anna Bolena, Ifigenia in Tauride, Macbeth, devono al suo «imprimatur» una seconda giovinezza. Senza le interpretazioni della Callas questi capolavori sarebbero probabilmente rimasti ad ammuffire negli scaffali e noi non registreremmo il revival belcantistico delle varie Sutherland, Caballé, Horne, Sills, Gencer, Verrett. Solo attraverso un'analisi retrospettiva si riesce dunque a cogliere l'importanza storica della Callas e la sua posizione di caposcuola, cancellando con un colpo di spugna i pettegolezzi, le cattiverie, i devianti fanatismi, gli scandali che ne hanno adombrato la prestigiosa carriera. Oggi questo personaggio fondamentale per il mondo del teatro e della musica non c'e più. La Callas è morta il 16 settembre di quest’anno nel suo appartamento di Parigi per un attacco cardiaco. Aveva 54 anni, un'età non certo avanzata, per chi conduce una vita normale. Ma la sua non è stata di certo tale: nella vita e sulla scena, la Callas non ha mai risparmiato le energie e l'impegno. I risultati sono ben noti, ma certe cose prima o poi si pagano. Ora ci restano di lei le incisioni discografiche (quelle stupende e quelle meno belle: tutte importanti), le fotografie che registrano le sue tipiche, intensissime espressioni di cantante-attrice, la superba interpretazione del film «Medea» di Pasolini. Non è molto, se lo si paragona alla grandezza della sua arte. Ma basterà di certo a non farla dimenticare. [Bruno Baudissone]