martedì 2 ottobre 2007

Un po' di tecnica: il SA-CD

A parte la Callas, e la musica Classica in generale, sono un appassionato anche di "alta fedeltà", più comunemente detta "hi-fi".

Il funzionamento in "alta fedeltà" o "hi-fi" delle apparecchiature elettroniche utilizzate per la riproduzione della musica, consente il miglior compromesso possibile nell'ascolto e riascolto dei propri beniamini, presenti e passati, stando seduti tranquillamente nel salotto di casa propria.

Il "SA-CD", o "Superaudio-CD", rappresenta oggigiorno il supporto più valido per ascoltare la musica in ambiente domestico e alla massima qualità possibile.




Esso rappresenta la naturale evoluzione tecnologica del più conosciuto "compact-disc" o "CD". Il "SACD" quale sistema audio creato da Sony e Philips (già creatori dello standard CD), permette una fedeltà di suoni senza precedenti, portando finalmente nell'ascolto domestico la qualità dei master originali di registrazione.

Riporto un messaggio che ho trovato in rete, e che faccio mio per i contenuti sì forti, ma condivisibili.

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Tutti sanno che il mondo è una lobby gigantesca, formata da tanti grandi e piccoli interessi che hanno contribuito a formarla.

La storia del SACD, nel piccolissimo e ristrettissimo mondo della nostra passione è l'emblema di quanto gli interessi di taluni possano portare a definire, e decidere, le sorti di ciò che ascoltiamo tutti i giorni.

E' notorio che il SACD è un sistema nato dall'accordo tra Sony e Philips che, dopo aver creato e sfruttato commercialmente il CD per decenni, hanno rinnovato la loro collaborazione per tentare di continuare i successi planetari e duraturi del primo supporto argenteo commerciale con contenuti musicali digitalizzati.

E' altrettanto notorio che il SACD non ha avuto quel riscontro che si aspettava, riducendo fortemente le aspettative dell'industria discografica che credeva di aver trovato un supporto finalmente protetto dalla pirateria. E' bene ricordare ai più distratti che il sistema anticopia del SACD è tuttora inviolato, a ben 8 anni dal suo
esordio.

Il SACD oggi è relegato ad una nicchia di mercato ben definita, formata da appassionati di alta fedeltà che chiedono la massima qualità da un supporto che, per il suo protocollo tecnico, ne dà ben oltre i limiti dell'udito umano.

Eppure, nonostante tutto questo, c'è ancora chi rema contro.
Chi non accetta che una fetta importante (perché spende di più) di clientela possa "distrarre" l'attenzione da altre realtà altrettanto chiuse in "nicchie" di mercato, come l'analogico (LP e giradischi, valvolame, più l'immenso indotto degli accessori e del "ricambio"), e lo stesso CD che, una volta scaduti i diritti da devolvere a Sony e Philips, è (ri)diventato allettante per tanti costruttori che per
molti, troppi anni avevano parlato peste e corna del sistema.

L'editoriale che riporto più sotto, è l'ultimo di una serie di episodi che fanno sospettare una specie di "Spectre" che vuole la morte dell'alta risoluzione audio e del multicanale per l'audio, in nome di una non meglio definita multimedialità delle sorgenti e dei supporti, e che avrebbe dovuto includere, nel DVD prima, e nel Blue Ray/HD DVD dopo, il futuro probabile a cui tutti dovrebbero tendere. In attesa però di qualcosa di "diverso" che inevitabilmente uscirà sui mercati in futuro, e che soppianterà tutto.
Ancora una volta! :-(

Ed ecco che gli editoriali, commercialmente e parossisticamente paranoici, si inseguono da una parte e dall'altra del mondo nel vano tentativo di distruggere il SACD. Non possono ammettere che il supporto viaggi sulla sola fiducia che taluni acquirenti "opinion leaders" gli hanno riservato, e continuano a riservargli, nonostante la massiccia campagna mediatica contro. Avendo essi per anni manovrato il mercato coi soliti giochetti in cui venivano sempre ad essere protagonisti parolai e prezzolati al servizio della distribuzione, non lo possono reputare ammissibile.
E' una spina nel fianco che, per quando insignificante, può significare la disfatta caso mai dovesse ripercuotersi in altri campi e settori molto più importanti.

Ancora una volta, l'appassionato resta disgustato, un John Atkinson che ogni 3/6 mesi è costretto a dedicare un editoriale contro il SACD, è sospetto. Uno Stereophile che in ogni pagina utile quasi tutti i numeri esalta esclusivamente i presunti difetti di un sistema e di un supporto che, in condizioni di interfacciamento ottimale, garantisce qualità suprema, paragonabile direttamente ai master professionali delle sale di registrazione, è sospetto.

Il sistema viaggia ancora bene. Su numeri infinitamente piccoli, paragonati al gigantesco mondo dell'entertainment, ma viaggia. Le uscite si susseguono, alcune case costruttrici rilasciano in continuazione nuovi lettori per i SACD, c'è un indotto attorno al sistema che ha risollevato le vendite della musica classica,
praticamente prossime a defungere. Molte piccole case editano chicche che un appassionato non può lasciarsi sfuggire.
Perché accanirsi contro e ancora contro, a prescindere?

http://www.stereophile.com/asweseeit/907awsi/


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Veritas filia temporis

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Belcantismo/Callasiano